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La riffa delle mascherine

Redazione

Il click day di Arcuri e un metodo ugualmente incivile ma più equo: la lotteria

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Il bando “Impresa Sicura” di Invitalia, che doveva rimborsare le aziende italiane delle spese affrontate per i dispositivi di protezione individuale dei propri lavoratori, non è degno di un paese civile. Come abbiamo già scritto, il primo problema è il budget: 50 milioni di euro, destinati a oltre 4 milioni di imprese per far fronte alle spese sostenute in due per 17 milioni di addetti, sono a dir poco inadeguati. Mettere sulla tutela della salute dei lavoratori un terzo di quanto è stato messo per i monopattini, quando le richieste delle imprese sono state di circa 1,2 miliardi di rimborsi (ovvero meno della metà di quanto versato in Alitalia) è abbastanza vergognoso. Ma c’è di peggio. La scelta della modalità di assegnazione, il “click day”, è un monumento all’inciviltà. Anche perché la gara – che è stata una vera competizione sulla rapidità – si è esaurita dopo meno di un secondo e mezzo, con oltre duecentomila imprese rimaste a bocca asciutta perché battute sul millesimo di secondo.

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Il bando “Impresa Sicura” di Invitalia, che doveva rimborsare le aziende italiane delle spese affrontate per i dispositivi di protezione individuale dei propri lavoratori, non è degno di un paese civile. Come abbiamo già scritto, il primo problema è il budget: 50 milioni di euro, destinati a oltre 4 milioni di imprese per far fronte alle spese sostenute in due per 17 milioni di addetti, sono a dir poco inadeguati. Mettere sulla tutela della salute dei lavoratori un terzo di quanto è stato messo per i monopattini, quando le richieste delle imprese sono state di circa 1,2 miliardi di rimborsi (ovvero meno della metà di quanto versato in Alitalia) è abbastanza vergognoso. Ma c’è di peggio. La scelta della modalità di assegnazione, il “click day”, è un monumento all’inciviltà. Anche perché la gara – che è stata una vera competizione sulla rapidità – si è esaurita dopo meno di un secondo e mezzo, con oltre duecentomila imprese rimaste a bocca asciutta perché battute sul millesimo di secondo.

 

Per tutti questi datori di lavoro, che si erano impegnati autonomamente per salvaguardare la salute dei propri dipendenti, deve essere stato frustrante preparare per ore i documenti, compilare i moduli, e poi veder bruciare tutto in un click, una sfida al millesimo di secondo. Ma a parte l’umiliazione, la gara bandita dal commissario straordinario Domenico Arcuri pone anche un problema di diritto: in un paese con un enorme digital divide, le imprese insediate nelle zone in cui manca la banda larga sono partite enormemente penalizzate. Queste aziende, con una connessione lenta, non competevano su un piano di uguaglianza: non c’è stata parità di trattamento. Sono cioè stati pregiudicati i princìpi alla base di un bando pubblico. Se ormai questo è il regno dell’inciviltà, il commissario Arcuri avrebbe fatto meglio ad assegnare i pochi fondi con un’estrazione a sorte. Sarebbe stata comunque una vergogna, ma più equa: tutti almeno avrebbero avuto le stesse possibilità di vincere. Il governo voleva fare la lotteria degli scontrini, Arcuri potrà fare la riffa delle mascherine.

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