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Redazione

Gli incidenti stradali, come frenarli e l’inutile populismo su stranieri e alcol

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Ancora non si è spenta l’emozione per la tragedia di corso Francia, e sabato notte in Valle Aurina un giovane di 27 anni ha ucciso sette turisti investendoli ad alta velocità: e stavolta, a differenza, lo stato di ebbrezza sembra essere stato decisivo. La stessa notte due donne sono state uccise, con dinamica analoga, a Senigallia. Ma sempre quel giorno un anziano ciclista in Brianza è morto dopo essere stato investito da un guidatore altrettanto anziano: non una strage del sabato sera. Questo per riassumere la serietà del problema degli incidenti, molto amplificato dai media come avviene sempre per “emergenze” che poi spariscono dai titoli nello spazio di un mattino. Argomenti che invece andrebbero trattati con consapevolezza. I dati relativi al 2019 resi noti a fine anno da Polizia stradale e Carabinieri, ad esempio, attestano un pur lieve calo, meno 1,3 per cento, degli incidenti, anche se il numero delle vittime resta stabile. Ci sono però delle reazioni pavloviane che hanno poco costrutto nel migliorare la situazione e alimentano un allarmismo incapace di concentrarsi sulle cause, mentre gonfia il populismo vendicativo. Ad esempio nella percezione diffusa che siano gli extracomunitari ad essere più irrispettosi delle regole e pericolosi al volante: i casi sopra elencati sono tutti di automobilisti italiani. Il sovranismo è una stupidaggine, persino in versione stradale. Quanto ai rischi collegati alla guida in stato di ebbrezza, il termine “ubriaco” ormai sdoganato assieme a “drogato” come epiteto dimostra l’enfasi retorica dell’approccio mediatico. Certo, la guida da “ubriachi” è un problema serio, non solo per i giovani. Però secondo i dati forniti nel 2019 i conducenti controllati stati 1.264.314, di cui 23.800 sanzionati per stato di ebbrezza. Il che induce a pensare che la stragrande maggioranza dei conducenti si metta al volante sobria, contrariamente a quello che lasciano intendere titoli horror come “Alcol alla guida: strage di patenti”. La questione della sicurezza stradale va affrontata con le sanzioni. Ma anche con una migliore educazione, e con l’impegno per avere strade più sicure e illuminate (vero corso Francia?) e migliori metodi di dissuasione elettronica, come accade in altre nazioni.

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Ancora non si è spenta l’emozione per la tragedia di corso Francia, e sabato notte in Valle Aurina un giovane di 27 anni ha ucciso sette turisti investendoli ad alta velocità: e stavolta, a differenza, lo stato di ebbrezza sembra essere stato decisivo. La stessa notte due donne sono state uccise, con dinamica analoga, a Senigallia. Ma sempre quel giorno un anziano ciclista in Brianza è morto dopo essere stato investito da un guidatore altrettanto anziano: non una strage del sabato sera. Questo per riassumere la serietà del problema degli incidenti, molto amplificato dai media come avviene sempre per “emergenze” che poi spariscono dai titoli nello spazio di un mattino. Argomenti che invece andrebbero trattati con consapevolezza. I dati relativi al 2019 resi noti a fine anno da Polizia stradale e Carabinieri, ad esempio, attestano un pur lieve calo, meno 1,3 per cento, degli incidenti, anche se il numero delle vittime resta stabile. Ci sono però delle reazioni pavloviane che hanno poco costrutto nel migliorare la situazione e alimentano un allarmismo incapace di concentrarsi sulle cause, mentre gonfia il populismo vendicativo. Ad esempio nella percezione diffusa che siano gli extracomunitari ad essere più irrispettosi delle regole e pericolosi al volante: i casi sopra elencati sono tutti di automobilisti italiani. Il sovranismo è una stupidaggine, persino in versione stradale. Quanto ai rischi collegati alla guida in stato di ebbrezza, il termine “ubriaco” ormai sdoganato assieme a “drogato” come epiteto dimostra l’enfasi retorica dell’approccio mediatico. Certo, la guida da “ubriachi” è un problema serio, non solo per i giovani. Però secondo i dati forniti nel 2019 i conducenti controllati stati 1.264.314, di cui 23.800 sanzionati per stato di ebbrezza. Il che induce a pensare che la stragrande maggioranza dei conducenti si metta al volante sobria, contrariamente a quello che lasciano intendere titoli horror come “Alcol alla guida: strage di patenti”. La questione della sicurezza stradale va affrontata con le sanzioni. Ma anche con una migliore educazione, e con l’impegno per avere strade più sicure e illuminate (vero corso Francia?) e migliori metodi di dissuasione elettronica, come accade in altre nazioni.

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