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Fare i botti (inquinanti) in discarica

Redazione

Il nuovo sito trovato il 31 dicembre dalla Raggi e altri disastri di propaganda

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Tra la fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo sono accadute delle cose che dovrebbero far riflettere sul tema ambiente e dei rifiuti. Il 31 dicembre, a San Silvestro, poco prima di stappare lo spumante e addentare il cotechino, la giunta capitolina guidata da Virginia Raggi ha individuato il sito della nuova discarica nella città di Roma, nella zona di Monte Carnevale, poco distante dalla vecchia discarica di Malagrotta per la cui chiusura i grillini hanno fatto tante battaglie. Naturalmente la scelta, nonostante si sperasse nella distrazione per le festività, ha provocato molte proteste nella zona e nella base grillina che per anno ha detto no: no alle discariche, no ai termovalorizzatori, no ai nuovi impianti. Purtroppo quando ti ritrovi con i cassonetti ricolmi di sacchetti, le strade piene di rifiuti e invase da una fauna urbana pericolosa e a tratti aggressiva (chi avvicinandosi a un cassonetto ha incrociato un gabbiano famelico può spiegarlo), poi sei costretto a rimangiarti alcune battaglie di principio che producono conseguenze maleodoranti. E non è detto che la scelta emergenziale sia poi quella migliore, come ad esempio la discarica. Sarebbe forse preferibile un impianto industriale, moderno, sicuro e controllato come un termovalorizzatore di ultima generazione. Ma vallo a spiegare ai tuoi elettori terrorizzati. Lo si potrebbe fare con alcuni esempi concreti per consentire loro di fare scelte informate e consapevoli. Ad esempio, poco dopo l’approvazione della delibera sulla discarica, nella notte di Capodanno, sono stati sparati a Roma e in tutte le città italiane – nonostante gli inutili divieti (come quello tardivo della Raggi) – molti fuochi d’artificio. Ebbene, l’esplosione dei fuochi artificiali comporta una notevole emissione di sostanze nocive, in particolar modo di diossina. Secondo un calcolo di qualche anno fa, a Napoli l’esplosione dei fuochi d’artificio nella sola notte di Capodanno genera una quantità di diossina pari a quella emessa in un anno intero da 120 termovalorizzatori. Per il 2020, per avere città e ambiente più pulito, forse è il caso di buttare in discarica alcuni pessimi pregiudizi.

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Tra la fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo sono accadute delle cose che dovrebbero far riflettere sul tema ambiente e dei rifiuti. Il 31 dicembre, a San Silvestro, poco prima di stappare lo spumante e addentare il cotechino, la giunta capitolina guidata da Virginia Raggi ha individuato il sito della nuova discarica nella città di Roma, nella zona di Monte Carnevale, poco distante dalla vecchia discarica di Malagrotta per la cui chiusura i grillini hanno fatto tante battaglie. Naturalmente la scelta, nonostante si sperasse nella distrazione per le festività, ha provocato molte proteste nella zona e nella base grillina che per anno ha detto no: no alle discariche, no ai termovalorizzatori, no ai nuovi impianti. Purtroppo quando ti ritrovi con i cassonetti ricolmi di sacchetti, le strade piene di rifiuti e invase da una fauna urbana pericolosa e a tratti aggressiva (chi avvicinandosi a un cassonetto ha incrociato un gabbiano famelico può spiegarlo), poi sei costretto a rimangiarti alcune battaglie di principio che producono conseguenze maleodoranti. E non è detto che la scelta emergenziale sia poi quella migliore, come ad esempio la discarica. Sarebbe forse preferibile un impianto industriale, moderno, sicuro e controllato come un termovalorizzatore di ultima generazione. Ma vallo a spiegare ai tuoi elettori terrorizzati. Lo si potrebbe fare con alcuni esempi concreti per consentire loro di fare scelte informate e consapevoli. Ad esempio, poco dopo l’approvazione della delibera sulla discarica, nella notte di Capodanno, sono stati sparati a Roma e in tutte le città italiane – nonostante gli inutili divieti (come quello tardivo della Raggi) – molti fuochi d’artificio. Ebbene, l’esplosione dei fuochi artificiali comporta una notevole emissione di sostanze nocive, in particolar modo di diossina. Secondo un calcolo di qualche anno fa, a Napoli l’esplosione dei fuochi d’artificio nella sola notte di Capodanno genera una quantità di diossina pari a quella emessa in un anno intero da 120 termovalorizzatori. Per il 2020, per avere città e ambiente più pulito, forse è il caso di buttare in discarica alcuni pessimi pregiudizi.

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