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Contro Mastro Ciliegia

Andy Brehme, vivere è una scivolata

Maurizio Crippa

Addio al grande campione tedesco, che vinse un Mondiale in Italia tirando un rigore col piede sbagliato e fece innamorare la grande Inter del Trap con le sue sfuriate bionde a tutto campo. Gli alti e bassi della vita, cose che solo agli uomini “gioviali e semplici” succedono

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"Lo conosco da vent’anni e ancora non so se è destro o mancino”, disse di lui il Kaiser Franz Beckenbauer, che l’ha preceduto solo di pochi giorni nel Valhalla dei campioni del calcio. Di destro Andreas “Andy” Brehme tirò il famoso rigore della finale, che tutti aspettavano di sinistro e che fece piangere Maradona.

   

       

Ma chi lo ricorda con la maglia coi colori della notte ha negli occhi quel suo gesto incredibile, che sembrava venirgli naturale: scivolare a terra, ghermire il pallone dai piedi dell’avversario e rialzarsi senza soluzione di continuità, un movimento fluido da guerriero danzatore, e ripartire per uno dei suoi mitologici cross. Non sempre i grandi campioni riescono poi a rifare nella vita le stesse prodezze che avevano compiuto in campo. Scivolato tante volte, cose che capitano solo agli uomini “gioviali e semplici”, come ha detto il suo compagno Aldo Serena @Aldito11 trovando i due aggettivi perfetti, ha fatto ogni volta fatica a rialzarsi.

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Alla fine lo aiutarono in molti, gli amici del calcio cui ha sempre voluto bene e che non si stancava di rilanciare nelle foto allegre su Instagram, e soprattutto una mano gliela diede l’allenatore con cui aveva fatto l’impresa, il Kaiser. Ora è venuto il momento salutarlo, e non solo noi che lo abbiamo amato nei colori della notte, mentre si rialza ancora e vola sulla fascia.

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