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CONTRO MASTRO CILIEGIA

Droga dello stupro? No, dà alla testa ai maoisti del Mirror

Maurizio Crippa

Il ministro dell'Interno Britannico James Cleverly è al centro della bufera per una battuta fatta a un Christmas Party. Il caso è peggio di quello della Ferragni e rasenta il ridicolo

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Nel giorno in cui ci siamo persi in una volta sola Wolfgang Schäuble e Jacques Delors, che i laburisti inglesi si vogliano bere, tramite tabloid di riferimento, il ministro dell’Interno James Cleverly può sembrare francamente inessenziale. Ma la motivazione addotta dall’opposizione per chiederne le dimissioni, tramite whistleblowing o per meglio dire violazione maoista delle regole deontologiche condivise, ha francamente del ridicolo. Manco il caso Ferragni.

Con Cleverly forse non andremmo a cena, ma che a un Christmas party a Downing Street abbia fatto un paio di battute da Animal House, “non è del tutto illegale metterle nel drink un po’ di droga dello stupro”, e “il segreto di un matrimonio duraturo è assicurarsi che la propria moglie sia sempre leggermente sedata, in modo che non si accorga che esistono uomini migliori”, non è un reato.

Forse Cleverly cadrà, nel paese in cui BoJo durante il lockdown diceva “bring your own booze” ai collaboratori, e di certo Depardieu se ne frega di campagne molto più pesanti. Ma siamo anche in un mondo in cui un attore coreano si suicida per l’accusa di essersi fatto una canna. La droga ce l’hanno nel bicchiere i giornali. 

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