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Contro mastro ciliegia

Le nostre stragi palestinesi

Maurizio Crippa

Fiumicino, 50 anni fa; e ancora Fiumicino, 1985. Due fra le più gravi stragi avvenute in Italia furono opera di terriristi palestinesi. Ma non ne esiste memoria nel canone demo-antifascista. Perché la sinistra, ancoa oggi, è in imbarazzo davanti al crollo del mito dell'intifada dal volto umano

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Va ringraziato Fausto Carioti, giornalista di Libero, per avere riattivato la memoria su una grave strage terroristica avvenuta in Italia cinquanta anni fa. Ma che non essendo parte del canone demo-antifascista “che impone di parlarne e scriverne ‘per non dimenticare’”, è forzosamente avvolta dal silenzio. Il 17 dicembre 1973 l’aeroporto di Fiumicino fu teatro di un attacco terroristico di Settembre nero (il gruppo palestinese autore del massacro di Monaco) che causò la morte di 32 persone. La seconda strage per gravità, dopo Bologna, nella storia italiana. Domenica cade l’anniversario, ma le rare cronache di questi giorni denunciano, più che altro, il clima di insabbiamento (Realpolitik filo-palestinese) dei governi di allora. Invece, della responsabilità storica palestinese, poco o niente. Bisogna ringraziare Carioti perché sfonda il muro di gomma imbarazzato della sinistra, ancora oggi, a condannare il terrorismo palestinese. Nel 1985 a Fiumicino ci fu un altro attentato del gruppo di Abu Nidal, 13 morti. Anche su quello è calato il silenzio. Perché quei morti “smentiscono tutta la mitologia della gloriosa intifada dal volto umano, e fotografano la guerriglia palestinese per quel che è”.

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