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Contro mastro ciliegia

Le sconcertanti parole dell'Unicef

Maurizio Crippa

C'è qualcosa di peggio delle dichiarazioni del capo dell'Onu Guterres giustificazioniste di Hamas? Sì, l'Unicef, che ieri ha definito i bambini morti a Gaza "una macchia crescente sulla nostra coscienza collettiva". Sui bambini israeliani si era limitatra a frasi di circostanza

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C’è qualcosa di più improduttivo per la concordia tra le nazioni dell’ente inutile governato da quel pensionato di lusso della sinistra discutidora, un D’Alema che ce l’ha fatta, insomma di Tony Guterres, quello che ha detto “gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla”? Purtroppo c’è. Ed è sempre un costoso e pletorico ente che dall’Onu dipende, l’Unicef. Si occupa di bambini, e per la tragedia dei bambini uccisi e feriti prima in Israele e ora a Gaza non ci sono parole. Ma ieri la direttora per il Medioriente di Unicef ha detto che “la situazione nella Striscia di Gaza è una macchia crescente sulla nostra coscienza collettiva. Il tasso di morti e feriti tra i bambini è semplicemente sconcertante”. Purtroppo è sconcertante anche il fatto che, dopo il 7 ottobre, la chattering organization con sede a New York non abbia quasi aperto bocca, per condannare il pogrom. Una scarna “dichiarazione” della capa di Unicef, Catherine Russell, ex staff di Obama: “Sono profondamente preoccupata per il benessere dei bambini in Israele e nello Stato di Palestina” (i morti, quel giorno, erano in Israele), e poi: “Gli eventi di oggi continuano la tendenza di picchi di violenza che hanno devastato Israele e lo Stato di Palestina”. Sì, anche peggio di Tony Guterres.

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