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Contro Mastro Ciliegia

L'inutile delitto contro le nostre vite del Covid al Giro d'Italia

Maurizio Crippa

La maglia rosa, il belga Remco Evenepoel, è stato fatto ritirare e rimpatriare alla svelta dalla sua squadra perché risultato positivo al tampone. Chissà se al Tour avrebbero fatto lo stesso

Quel che so di corse in bicicletta resta fermo alle immagini fissate nell’epica, sudore polvere fango e la gente sulla strada, perché il ciclismo è ancora, nonostante tutto il male che gli hanno fatto, uno sport del popolo. Non sono bravo come @giostuzzi che saprebbe distinguere una pedalata nella nebbia di un passo alpino, quando è sincera e quando è truffaldina. Ma mi ricordo anche la tragedia del ciclismo impestato di pasticche e farmaci. Forse ora va meglio, ma c’è da restare a bocca aperta per la delusione a vedere quel che succede al Giro d’Italia 2023, centoseiesima edizione.

Partito quando l’Organizzazione mondiale della Sanità aveva già dichiarato, e pure in ritardo, che la pandemia di Covid era finita. Invece il campione favorito, la maglia rosa, il belga Remco Evenepoel, è stato fatto ritirare e rimpatriare alla svelta dalla sua squadra perché risultato positivo al tampone. Ora, in teoria il protocollo esiste ancora, ma è appeso al muro in disuso come la bicicletta di Coppi e soprattutto non c’è nessun obbligo di ritiro: seppure ci sia possibilità di contagio, è derubricata a normale malattia. Chissà se al Tour avrebbero fatto lo stesso, o avrebbe prevalso la noblesse della gara francese. Ma per il povero Giro, è “un altro inutile delitto contro le nostre vite”, come cantava il Maestrone.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"