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Contro mastro ciliegia

La labile balla del lavabile

Maurizio Crippa

"Invece che delle vernici lavabili occupatevi del Po in secca", dicono i cervelloni di sinistra. Ma la "vernice lavabile" gettata dai vandali imbrattatori sul monumeno di piazza Duomo a Milano non è lavabile: lo dice la sovrintendenza. Oltre al danno, c'è pure l'acqua sprecata

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C’è questa imbrattatrice demente, Chloe Bertini, che va su La7 (dove altro?) e dice: “La protesta deve essere insopportabile”. Viene persino il dubbio che abbia azzeccato una cosa giusta, perché di fronte ai vandalismi di Ultima generazione l’unica cosa che viene voglia di rispondere è: mo’ ve lo buco, il futuro. Ma c’è di peggio, in quanto a baggianate. Ad esempio un giornale che si chiama “Left - Un pensiero nuovo a sinistra” (ieri scriveva: “Occupatevi del Po, non della vernice lavabile dei monumenti”. Peccato che proprio ieri arriva la sovrintendente per Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Milano, Emanuela Carpani, cui il Mic aveva chiesto informazioni sul monumento deturpato a piazza Duomo. Risposta: “La relazione ricevuta evidenzia che l’acqua utilizzata in grande quantità con le idropulitrici si è rivelata un mezzo non idoneo o comunque non sufficiente per eliminare la vernice”. Insomma la famosa vernice lavabile non è lavabile. E intanto si è sprecata acqua preziosa. E passi per l’ignoranza degli imbrattatori. Il peggio è che “tanto è lavabile” è diventato il ritornello dei pistola prog per difendere i vandali. Il concetto di lavabile è labile, o meglio lavabile: si fanno danni e ci si lava la coscienza, come torna comodo. Intanto svuotiamo il Po, eh furboni?

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