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Contro mastro ciliegia

Riapre l’inchiesta su Pier Paolo Pasolini? Magari trovano la Orlandi

Maurizio Crippa

Continuano le inchieste impossibili all'italiana. Se siete convinti che dalla procura letteraria di Crotone non si caverà un granchio dalla spiaggia, ecco servita una valida alternativa

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Forse chissà, Casalino potrebbe ripensarci e dire che si era confuso e che Madame Bovary l’aveva scritta PPP. Tanto la confusione attorno all’inventore del “Cinema di poesia” e di mille altre cose, alla prima cultural-star d’Italia, è così grande che si può pensare di tutto. Dunque, se siete già stufi dell’inchiesta fuffologica epidemiologica di Bergamo; se siete convinti che dalla procura letteraria di Crotone non si caverà un granchio dalla spiaggia, ecco servito il più bel longform delle inchieste impossibili all’italiana.

 

Alla procura di Roma è stata depositata ieri un’istanza per la riapertura delle indagini sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, sul lido di Ostia il 2 novembre del 1975. A chiedere nuove verità sono il regista David Grieco, collaboratore e amico, e lo sceneggiatore Giovanni Giovannetti, che sulla morte dell’artista aveva scritto un libro-inchiesta-denuncia, Frocio e basta. Messe da parte arte e trasgressioni, ora il tema da legal thriller sono tre Dna che i carabinieri trovarono sulla scena del crimine nel 2010: 13 anni fa e 35 dopo il delitto. “Quella notte all’Idroscalo di Ostia Pino Pelosi non era solo”. E poi, dicono, ci sono da tenere presenti anche le dichiarazioni di Maurizio Abbatino della Banda della Magliana. Male che vada, hai visto mai che ritrovano Emanuela Orlandi?

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