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Contro Mastro Ciliegia

Pm, naufraghi e materassini

Maurizio Crippa

La procura di Crotone sta indagando sulla tragedia di Steccato di Cutro, speriamo proceda spedita per una vicenda seria e grave. Non come per i sette mesi buttati per indagare un prete che diceva messa in costume da bagno

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Non si vuole in alcun modo mancare di rispetto alle vittime del naufragio di Steccato di Cutro, absit Piantedosi verbis, facendo un piccolo accostamento. Ma viene naturale augurare alle vittime, ai loro compagni superstiti e a tutta la comunità civile che i magistrati di Crotone, che stanno indagando sulle cause del naufragio, procedano più spediti. Invece ci sono voluti ben sette mesi, da parte della medesima procura di Crotone, per archiviare per non sussistenza del reato un’indagine stravagante, o inutile, che però è costata mesi di sofferenze all’indagato.

 

Ieri infatti don Mattia Bernasconi, vice parroco a Milano, è stato scagionato dall’accusa di vilipendio alla religione per avere celebrato, nel luglio scorso, una Messa in costume da bagno: calato nelle acque di Capo Colonna e utilizzando un materassino gonfiabile come altare. Le indagini hanno accertato che il buon prete, non proprio un genio (il suo vescovo Delpini parlò di “sciocchezza”) non ha commesso reati. Per quel motivo sia stata messa in piedi tutta questa perdita di tempo, proprio non si capisce. Anzi sì: per colpa di quella insensatezza italiana che si chiama obbligatorietà dell’azione penale. Speriamo che, per quell’altra faccenda, sia usata meglio.

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