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Contro mastro ciliegia

Altro che Berlusconi. Il vero bunga bunga è quello degli osceni putiniani

Maurizio Crippa

Da Vauro a Santoro, fino a Rizzo e Sansonettii, nel nome di Putin. Dopo le parole contro Zelensky, tutti i vecchi nemici si inginocchiano al Cav. e svelano la loro vera natura

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Abbiamo archiviato nel bidone dell’indifferenziato, e nel giorno di San Valentino, perché il contrappasso è la giusta pena dei vecchi amori un po’ alla puttanesca, “le rinnovate e tristi esternazioni” del Cav. contro Zelensky e la sua patria in armi. Ma non c’è mai l’ultima parola né l’ultimo giro di valzer, col Cavaliere. A giudicare dalle reazioni che ha suscitato, viene il sospetto che la sua fosse invece una ardita missione di sabotaggio dietro le linee del nemico, per fargli uno scherzetto bello come una pernacchia. E’ dal giorno della sua discesa in campo che Silvio Berlusconi s’è dato una missione: far fuori tutti i comunisti, a partire dai peggiori. E adesso, trent’anni dopo, siamo alla resa dei conti coi caporioni.

Il primo ad abboccare, anzi a incollare la sua linguaccia sulla carta moschicida, è Vauro: che peggio di Rosa Chemical s’è detto pronto a baciarlo in bocca. Poi gli altri lanzichenecchi di complemento, uno alla volta, costretti a inginocchiarsi al vecchio nemico, nel nome di Putin: Santoro, Sansonetti, persino Rizzo. Così che nel giorno in cui il governo, pur con colpevole ritardo, ha deciso che non si costituirà parte civile nel processo Ruby ter, ecco che finalmente il Cav. li ha messi tutti in fila, i veri puttanoni del bunga bunga putiniano.

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