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Contro Mastro Ciliegia

Troppe fesserie sulle "devianze" di Meloni

Maurizio Crippa

La leader di Fratelli d'Italia ha usato in modo banale la parola per descrivere una problematica sociale e giovanile. Le reazioni politiche sono state peggiori dell'errore

Devianza è termine della sociologia e anche della clinica e del diritto, coniato oltre mezzo secolo fa (non l’ha inventato il Duce). Utile o sbagliata, giusta o pericolosa, è parola da tempo fuori moda, ditelo a Meloni. Che nel video, anyway, non ha detto che vuole rinchiudere i devianti, o ammazzare le persone Lgbtq+, far ingravidare le femminucce e mandare i maschietti a naja (quella è una fissa di Salvini). Ha usato in modo banale la parola per descrivere una problematica sociale e giovanile. Ha fatto l’esempio dell’Islanda, non dell’Ungheria, ha detto che un programma di attenzione allo sport ha ridotto i tassi di alcolismo, tabagismo, dipendenza da droghe. I cani di Pavlov delle fesserie si sono scatenati (qualche genio ha scritto che Meloni ha definito devianze pure obesità e anoressia, ma è falso). Poi è arrivato l’ineffabile @EnricoLetta e ha twittato: “Io lo penso e lo dico, #VivaLeDevianze”. Non sappiamo se il segretario del Pd sia veramente entusiasta del fatto che i giovani invece di correre verso il futuro come Yeman Crippa si perdano in giro (questo vuol dire deviare, nell’uso corrente) tra sbronze, Nazionali senza filtro e pasticche. Ma sarebbe bizzarro. Letta era forse un gran prof di SciencePo, ma quando passa alla tastiera, rischia davvero la devianza.
 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"