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Contro Mastro Ciliegia

Il nostro rapporto con gli animali, da un estremo all'altro

Maurizio Crippa

Siamo per la vita, ma anche per la sua morte: basta che sia più comodo

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Possiamo imparare dagli animali? Certo che sì. Possiamo imparare dal nostro rapporto con gli animali? La risposta si fa più dubitativa. Ma è invece innegabile che nel nostro rapporto con gli animali si rispecchino le nostre concezioni, diremo un tantino distorte, del bene e del giusto rispetto alla “vita”. Intesa proprio come la facoltà dei viventi di essere nel mondo. Si passa da un estremo all’altro in base a un utilitarismo francamente un po’ troppo disinvolto.

 

Qualche giorno fa grandissimo impegno e fiumi di lacrime per cercare, invano, di salvare il beluga che si era smarrito nella Senna. Negli stessi giorni, una femmina di tricheco si era stabilita nel fiordo di Oslo. Per gli zoologi si era smarrita, ma non sembrava che stesse male, diversamente dal beluga francese. Solo che, maledetta la curiosità armata di cellulare, l’animale fuori zona stava diventando un pericolo: troppa gente si avvicinava per un selfie, incurante degli avvertimenti.

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E allora, qual è la soluzione migliore? Riportarla a casa sua? No, l’hanno uccisa. Fuori il tricheco, fuori il dolore. Siamo per la vita, ma anche per la sua morte: basta che sia più comodo.

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