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contro mastro ciliegia

La transizione di Dazn

Maurizio Crippa

Doveva essere la Netflix del calcio ma ora arranca: aumento dei prezzi, calo degli abbonati e stop alla visione su più device

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Bisogna anche tener conto del paese che siamo, in piena transizione verso le auto che vanno a lampadine ma senza nemmeno una presa di corrente sottomano. Per dire. Ma per stare sul calcistico: mentre il Bayern, la Bce del pallone, dice al Liverpool che se proprio vogliono vendere Manè loro al massimo scuciono 35 milioni, da noi per un sellerone come Scamacca te ne chiedono 40, e intanto c’è la transizione del calcio nazionale verso i piani bassi delle classifiche mondiali.

 

Tenuto conto del paese che siamo, diventa più comprensibile persino l’incomprensibile transizione di Dazn. Cui eravamo molto favorevoli, un anno fa, che diamine. Finalmente il calcio si vede sui device, si sviluppa una nuova piattaforma, più digitale c’è e meglio è per tutti, e la concorrenza – soprattutto – alza la qualità e abbassa i prezzi. Detto fatto. In un anno Dazn si è persa qualche milione di spettatori disamorati del calcio e del costo, che intanto nella ridda delle piattaforme è cresciuto. Poi hanno provato a vietare l’uso di più device, e allora che rivoluzione digitale è, se tocca stare alla tv come per la Rai? Poi la rotella che girava, e girava. E adesso, per rientrare dal buco economico, Dazn annuncia che alza i prezzi. Alla fine costerà meno un’auto elettrica. Se questa è transizione.

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