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contro mastro ciliegia

Mimi che scrisse la "Lista"

Maurizio Crippa

Mimi Reinhardt era la segretaria di Oskar Schindler e scrisse materialmente l'elenco dei lavoratori che salvò quasi 1.300 ebrei dalla Shoah. Ha portato per una lunga vita il peso lieve della banalità del bene. "Chi salva una vita salva il mondo intero". È morta a Tel Aviv a 107 anni

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Spielberg lo aveva incontrato una volta, sì; lei a quel tempo non viveva ancora in Israele. Ma il film no, ha raccontato di non avere avuto la forza di andare a vederlo. Così mentre altri sopravvissuti della “lista di Schindler” nell’ultima sequenza strappano il velo di una finzione filmica che non può e non vuole rimanere tale e sfilano a uno a uno, nel cimitero di Gerusalemme, a deporre una pietra sulla tomba di Oskar Schindler, lei non c’è. Eppure Mimi Reinhardt è stata in quegli anni di indicibile tragedia, e fino al 1945, la segretaria di quell’industriale indecifrabile e coraggioso. Era lei, Mimi, che materialmente compilava gli elenchi dei lavoratori ebrei che Schindler riusciva a portare via dal ghetto, dal campo. Quella lista “che è vita” e che nel film Ben Kingsley continua ad allungare oltre ogni ragionevole speranza. Alla fine furono quasi mille e trecento i salvati, a rischio anche di chi scriveva. Dopo la guerra, Mimi Reinhardt era emigrata a New York, a Tel Aviv arrivò nel 2007, per raggiungere un figlio. Ebrea nata in Austria, ha portato nella sua lunga vita il peso lieve della banalità del bene. Anche per lei vale il versetto “chi salva una vita salva il mondo intero. La sua morte l’ha annunciata la nipote Nina: “Mia nonna, così cara e così unica, è morta all’età di 107 anni. Riposa in pace”.

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