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contro mastro ciliegia

Summer of love e Winter of war

Maurizio Crippa

Se n'è andato Gary Brooker dei Procol Harum, colonna sonora di quell'estate 1967 a San Francisco in cui una generazione credette che le guerre erano finite per sempre. Noi, più modesti, avevamo "Mettete dei fiori nei vostri cannoni". E' finita che Lavrov si è sbranato Di Maio, che di quell’estate dell’amore, in fondo, è un figlio innocente.

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Sì, lo so, è morto anche Mark Lanegan, gran rock; ma lui in quella cruciale estate aveva tre anni, non c’azzecca nulla per capire che cosa fosse andato così bene, allora, o cosa invece abbia cominciato ad andare così storto, proprio allora, fino ai giorni nostri. Quindi si dirà che è morto ieri Gary Brooker, frontman dei Procol Harum, "A Whiter Shade of Pale", che di quell’estate in cui tutto iniziò fu la colonna sonora. Della Summer of love di San Francisco, 1967, quando “lo sgretolamento del sogno americano e dei suoi ideali” (cazzo, è Wikipedia!) portò migliaia di giovani a dichiarare che le guerre erano finite e che era nato, là sull’ocerano d’occidente, un mondo di amore fiori musica e altre cose belle.

Siccome qui in Italia posti come Haight-Ashbury e talenti come i Procol Harum non ne avevamo, ci furono i Giganti che in quell’anno cantarono, un po’ meno progressive, "Mettete dei fiori nei vostri cannoni". Sembrò anche ai nostri fratelli maggiori che fosse tutto a posto così, e fanculo a Jan Palach che già cercava un accendino per illuminare la notte di Praga. E’ finita che ieri un cagnaccio come Lavrov si è sbranato, facendo pure scarpetta, un trottolino amoroso come Di Maio, che di quell’estate dell’amore, in fondo, è un figlio innocente. 

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