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contro mastro ciliegia

Castellitto ha ragione, ma per difetto: il Vietnam è Roma tutta

Maurizio Crippa

Quella su Roma nord è una battuta cercata, ma non trovata, Invece il tasso di rancore politico e risentimento sociale della città sono la vera condanna della Capitale. Forse Conte ha avuto paura di questo, altro che Calenda

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Festeggio volentieri Sant’Ambrogio, inizio di un mese di feste per i milanesi, e intanto penso che su Roma abbia ragione Pietro Castellitto: però per difetto. Il Vietnam non è Roma nord, è Roma tutta, è la sua anima risentita e zuppa di rancore. Non per colpa dell’Ama, dell’Atac e via cantando. Ma perché è un città che non riesce a liberarsi dal suo autostrangolarsi, dall’odio di sé irrazionale, come un riflesso condizionato. Come può Gualtieri ripulire Roma (entro Natale? I primi a ridere rancido sono stati i netturbini) se non riesce nemmeno a scacciare lo spirito maligno di Bettini che gli si è posato in testa?

Conte se l’è fatta sotto, gli viene paura a candidarsi persino a Roma centro, non per Calenda ma perché ha sentito i cattivi odori del Pd dell’Urbe. Castellitto è un ragazzo triste come ogni ragazzo borghese, ha cercato una metafora per la sua vita. Senza trovarla. Ma fa più orrore la canea dei pirla (lombardismo) che si è avventata su di lui. Risentiti sociali di terz’ordine, “dura barcamenarsi tra gli slums di Corso Trieste e le bidonville dei Parioli”, il più sciatto come sempre Raimo. Per trovare un odio uguale sarebbe d’andare a Harlem, di notte. Ha vissuto con meno cattiveria Viperetta, popolano del Testaccio. A Roma lo conoscevano tutti, adesso hanno girato la faccia. 

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