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contro mastro ciliegia

Le balle di marzo

Maurizio Crippa

Bella notizia se i nipotini di Grillo non andranno più in Rai. Ma bisogna ammettere che la politica fake non è esclusiva di nessuno. Prendete Bombardieri, della Uil: racconta che Draghi avrebbe detto "a marzo ci sarò". Scoppia il putiferio, poi forse era una balla. Meglio Conte pure a reti unificate: tanto non diceva mai niente

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A prenderla con un po’ di joie de vivre, con un pizzico di felicità per come vanno le cose della vita, l’annuncio (perbacco, quasi uno grido d’ira) di Giuseppi Conte che “il M5s non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico”, essendo stati allegramente trombati nel giro delle poltrone Rai, è proprio una bella notizia.

Pensate: più nessun nipotino di Beppe Grillo sulle reti pubbliche. Troppo bello per essere vero, una cura disintossicante dalla politica fake. Poi però arriva Bombardieri, Pierpaolo Bombardieri, ed è subito chiaro che le fake non sono esclusiva di nessuno. Il segretario della Uil l’altroieri aveva riportato una fantomatica battuta di Mario Draghi, “a marzo ci sarò”.

E nel presente clima di commedia quirinalizia, già più stucchevole degli auguri di Natale a novembre, è diventata la notizia politica di una manciata d’ore. Poi ieri Bombardieri, o che avesse detto una cazzata, o che avesse dato il vero ma da Palazzo Chigi lo hanno bombardato di calci nel culo, ha voluto chiarire che non era vero, che Draghi non l’aveva detto, o forse lui ha sentito male, o forse era solo “uno scambio di battute”. Quindi, una giornata di giornalismo politico buttata ai pesci. Allora ridateci Giuseppi in conferenza unificata: almeno lui non diceva proprio niente. 

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