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Un Milite Ignoto per tutti

Maurizio Crippa

"Ci stringiamo attorno alle Forze Armate nel ricordo di tutti i caduti”, hanno detto le massime autorità dello stato. Eppure, c'è chi non vorrebbe estendere il ricordo proprio a "tutti". Magari non ai soldati della Seconda Guerra Mondiale? Che sia il solito tic, l'antifascismo ad escludendum?

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Il 4 novembre, era la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Era anche il centesimo anniversario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria, solennissima e significativa data. Non che sia un addict della materia ma, avendo scritto che nel Milite Ignoto si rende omaggio a tutti i nostri caduti, ho scatenato un piccolo esercito di mosche da tastiera che ronzano di no.

    

   

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Così, ieri, mi ha colpito il messaggio di Sergio Mattarella: il Soldato Ignoto “richiama alla coscienza nazionale l’immane sacrificio delle Forze Armate e del paese intero nei conflitti che hanno attraversato la storia europea del ’900”. Tutti. Nonché quello di Mario Draghi: “Una decisione presa per onorare le decine di migliaia di giovani soldati morti durante la Prima guerra mondiale… Oggi, ci stringiamo attorno alle Forze Armate nel ricordo di tutti i caduti”. Tutti. Infine il ministro Lorenzo Guerini: “Insieme al Milite Ignoto rendiamo doveroso omaggio a tutti i Caduti”.

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È molto bello, molto vero, e anche molto semplice. E ho capito questo: molti di quelli che rifiutano di estendere a tutti i caduti l’omaggio al Milite Ignoto non lo fanno per gusto irredentista. Non vogliono che siano ricordati altri soldati, quelli della Seconda guerra. È il solito tic: l’antifascismo ad escludendum

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