Il virologo Andrea Bassetti (foto Ansa)

contro mastro ciliegia

Viva il tv-pass per i virologi

Maurizio Crippa

Diciamolo, questa morbida democrazia illiberale dell'epoca "dragoniana" ha i suoi enormi vantaggi. Ad esempio il nuovo regolamento che impone ai virologi di essere autorizzati dal proprio istituto prima di andare in televisione. Dopo un anno in cui hanno detto tutto e il contrario di tutto, ben vengano le regole

Diciamolo sinceramente. Più passa il tempo, più il vaccino ci riporta verso la vita di prima (migliori? Manco per niente, e menomale), più i rompicoglioni no questo e preti mancati sì quell’altro imperversano, e più ci sembra desiderabile, auspicabile, questa magnifica scrematura in atto della democrazia informale e persino del diritto di scassare i cabasisi. Molto preferibile è lo stato delle leggi “dragoniane”, come le chiama il mio amico Giuliano, che però saggiamente ne dubita, e questa democrazia blandamente illiberale ma tanto più razionale. Ad esempio, la Camera ha approvato un saggio ordine del giorno che stabilisce che i virologi, e gli esperti sanitari che dir si voglia, prima di andare in tv dovranno essere autorizzati dalla struttura in cui lavorano, “al fine di evitare di diffondere notizie o informazioni lesive per il Sistema sanitario nazionale e di conseguenza per la salute dei cittadini”. Evviva. Ma perché ci hanno messo un anno a deciderlo, dopo che in tv abbiamo sentito dire tutto e il contrario di tutto? Ben venga l’autorizzazione. Bella notizia che fa il paio con un’altra: la Camera ha approvato una delibera dell’ufficio che rende obbligatorio il green pass, parlamentari e governo compresi. Piantatela con le cazzate, e viva la democrazia dragoniana. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"