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Contro mastro ciliegia

Malamovida libberista

Maurizio Crippa

Il “casino organizzato” (copyright Eugenio Fascetti) dei giovani esiste, non è colpa solo del post pandemia. E nemmeno del liberismo, come sostiene qualcuno

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Malamovida è parola orribile. Ma c’è il rischio che qualche sconsiderato arrivi a coniare “malamovida libberista”, facendo il verso alla mitica “bottana industriale”. Purtroppo quel momento è vicino. Perché il “casino organizzato” (copyright Eugenio Fascetti) dei giovani esiste, e non è colpa solo del post pandemia. Beppe Sala ha dovuto intervenire per difendere le forze dell’ordine che erano intervenute ai Navigli per sedare una rissa: sui social li avevano ingiustamente accusati di razzismo. Peggio rischia di andare a Dario Nardella, che si è visto costretto a chiudere alcune location di Firenze per limitare schiamazzi, bottiglie rotte e cumuli di monnezza che deturpano le notti della bella città. Decenza e buon senso. Non l’avesse mai fatto. Ieri sul Fatto Silvia Truzzi lo ha attaccato a testa bassa, con questo bizzarro ragionamento (del resto ne attribuiva la paternità a Tomaso Montanari): Nardella sta vietando lo spazio pubblico ai ggiovani, per consegnare il centro storico solo ai ricchi che si possono sedere ai tavolini. Maledetto libberista, Firenze non è Disneyland. Idiozia bella e buona: non è il libberismo a vietare di deturpare le città. Dovrebbe farlo anche la sinistra. O no? 

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