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contro mastro ciliegia

Il Fatto e Barilov

Maurizio Crippa

Il giornale di Travaglio ce l'ha a morte con Figliuolo. E nella foga sbaglia i conti sulla quota 500 mila raggiunta. Perché il generale ha le medaglie vere, invece Travaglio sembra uno di quei generali macchietta dell'armata rossa. Tutti sbronza e distintivi

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La mimetica no, non gli donerebbe. Per quella ci vuole un dandismo di grado superiore, come Bertolaso con le felpe, che al direttore del Fatto manca. Ma la divisa con le patacche, col mezzo metro quadro di medaglie, à la generale Figliuolo, quella sì. A Marco Travaglio calzerebbe bene. Solo che mentre indossata da Figliuolo fa l’effetto che deve fare, “un generale degli alpini con una carriera lunga tanto”, Travaglio somiglierebbe a un generale Barilov, uno di quei papaveri ubriachi dell’Armata Rossa nei film sulla Guerra fredda. Anche Travaglio la sua guerra l’ha perduta, e non gli resta che attaccarsi al fiasco. Fiasco nel senso giornalistico, si intende. Ieri il Fatto ha titolato in prima pagina: “Figliuolo smentito: vaccini al ralenty”. “Ne aveva promessi mezzo milione al giorno a metà aprile. Però martedì erano 376 mila”. Segue aggiornatissima inchiesta, aggiornata a martedì. Sfortuna vuole che proprio giovedì quota 500 mila sia stata raggiunta. Bella figura, per la Pravda della nostalgia. Fa tenerezza, Travaglio. Ha pure tra le mani lo scoop patacca, ma non lo può pubblicare perché tira in ballo l’amico Conte. Così gli resta l’ultimo nemico, Figliuolo. Solo che quello è un alpino, con le medaglie vere.

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