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Contro mastro Ciliegia

Senza fiato su TikTok

Maurizio Crippa

La bambina morta nel "Blackout challenge" e il nostro consueto indignarsi e buttarla in politica quando invece potremmo scegliere il tempo silenzioso dello sgomento

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Se una bambina di dieci anni è in stato di morte cerebrale all’ospedale di Palermo per essersi soffocata con una cintura, partecipando a quanto pare a una sfida estrema, “Blackout challenge” si chiama, organizzata con altri coetanei su TikTok, le chiacchiere stanno a zero. Ci dovrebbe essere almeno il tempo silenzioso dello sgomento, del dolore. Invece, ovviamente, la storia è trend topic su Twitter e anche negli altri social non si parla d’altro.

     

Al netto della nota di TikTok che si premura di spiegare di non avere “riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato” una bambina di dieci anni a partecipare a una sfida mortale, “la sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, non consentiamo alcun contenuto che incoraggi, promuova o esalti comportamenti che possano risultare dannosi”.

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Per il resto è l’indignarsi consueto, e il rimbalzo di quelli che invece dicono che i social, a dieci anni, non vogliono dire niente, innocui come l’acqua di fonte. E quelli che invece la buttano in politica: volete mettere al bando Parler, e invece questa roba? Qualcuno, pochi, ha provato a domandarsi che ci facesse, a dieci anni, una bambina su un social. Però intanto indagano ben due procure, quella dei minori e quella ordinaria. Per entrambe il fascicolo aperto ha la stessa intestazione: “Istigazione al suicidio”. O forse era la voglia di vivere.

 

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