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La (in)giustizia infinita

Maurizio Crippa

Il sostituto procuratore generale di Cassazione ha chiesto un nuovo processo per l'ex ad di Fs Moretti per la vicenda della strage di Viareggio. È dal 2013 che l'imputato attende una sentenza definitiva. È da trent'anni invece che i familiari di Alberica Filo Della Torre non possono essere risarciti per gli errori dei periti che sviarono l'inchiesta

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Il sostituto procuratore generale di Cassazione, Pasquale Finiani, ha chiesto un annullamento con rinvio, cioè un nuovo processo, per l’ex ad delle Ferrovie dello stato Mauro Moretti per la vicenda della strage di Viareggio avvenuta nel 2009, 32 persone morte. Il suo avvocato Franco Coppi, che la sa lunga, si dice soddisfatto, la condanna a sette anni secondo lui è ingiusta. Sarà sollevato anche Moretti. Ma quanto stanco? Tanto quanto qualsiasi cittadino, innocente e colpevole, che attenda per anni una sentenza definitiva. Per lui è dal 2013. Ma c’è anche di peggio.

 

Alberica Filo Della Torre Mattei fu uccisa nel 1991. Il “delitto dell’Olgiata” ha tenuto banco nelle cronache per due decenni, tra inchieste archiviate e riaperte e schermaglie processuali. Ieri la Corte d’Appello di Roma ha annullato la sentenza del 2016 che condannava a un risarcimento (120 mila euro) tre periti della procura che, per imperizia, avevano ingarbugliato le indagini, “errori che sono stati conclamatamente giudicati scandalosi”, ha detto il figlio della vittima. Ma il giudice ha stabilito che “nessun cittadino è titolare di un diritto soggettivo in relazione al corretto funzionamento dell’attività giudiziaria”. E dunque, “a prescindere da una eventuale responsabilità”, i periti non risponderanno del loro operato. Vi ricorda qualcosa il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati? Ma questo a parte: vi dice qualcosa il fatto che dopo trent’anni un cittadino non abbia ancora ricevuto giustizia?

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