PUBBLICITÁ

Meglio la D'Urso di Arcuri

Maurizio Crippa

Il commissario ha detto che "bisogna avere gli occhi onesti e la mente libera da pregiudizi”. In pratica accusando di malafede tutti quelli che hanno visto i suoi ritardi su mascherine e banchi a rotelle. Una spocchia irricevibile

PUBBLICITÁ

Due frasi di ieri, una captata su Twitter, mostrano inesorabilmente lo stato di prostrazione del paese. La prima sono i saluti di Barbara D’Urso: “A domani, perché il mio cuore è vostro… subito dopo i miei figli il mio cuore è vostro. Col cuore”. E sembra una che ancora è rimasta a quando si cantava dal balcone. La seconda è dalla conferenza stampa del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19, il pomposo incarico del pomposo Domenico Arcuri: “Chi dal divano o dal salotto televisivo afferma che siamo in ritardo rispetto all’epidemia non ha occhi onesti, la mente libera e non ha pazienza. Oppure non conosce l’aritmetica”. Con replica: “Ma bisogna avere gli occhi onesti e la mente libera da pregiudizi”.

 

Che siamo in ritardo, anzi che chi di dovere è stato colto di sorpresa e non doveva, lo vedrebbe anche un cieco. Ma a colpire di quelle parole, del resto inutili, è la spocchia inemendabile e già nota che ne trasuda, aggravata da una insistita e ingiustificata accusa di malafede nei confronti di quasi tutti gli italiani, che hanno pazientato per le mascherine a prezzo imposto che non si trovavano e poi ad aspettare i famosi banchi a rotelle che aveva promesso per l’inizio della scuola e che sono arrivati quando le scuole erano già richiuse. Siamo in ritardo, punto. C’è da mettersi in pari, e non da giudicare la limpidezza degli occhi altrui. Mica è Padre Pio. Meglio la D’Urso, col cuore in mano.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ