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contro mastro ciliegia

Femminista da rivestire

Maurizio Crippa

Lo strano caso della statua di Mary Wollstonecraft, la "prima femminista" contestata dalle donne a Londra perché è nuda. Paradossi della guerra dei sessi e nuovo passo avanti della guerra alle statue

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Delle statue abbattute, da abbattere o perlomeno da pittare e imbrattare, o nei casi migliori da contestualizzare, sappiamo già tutto. Ci ricordiamo persino delle ridicole polemiche per la Fearless Girl piantata contro il toro di Wall Street in una remota stagione (era il 2017) in cui andava di moda occupare Wall Street. Ma nell’insensata e a tratti ridicola guerra delle statue non c’eravamo ancora imbattuti nella statua da rivestire. La statua della Prima Femminista. Ad opera delle femministe critiche di oggi. A Londra, nel parco di Newington Green, la scultrice Maggi Hambling ha realizzato un monumento per Mary Wollstonecraft, settecentesca donna libera e laica e autrice di La Rivendicazione dei diritti della donna. Solo che la statua la rappresenta nuda. E a incazzarsi, a volerla rimuovere o rivestire (le hanno messo una provvisoria maglietta, sono le femministe. C’è chi ha commentato (ma forse erano maschi) che sembra una “Barbie svestita”, o una “decorazione di Natale da sito porno”. Mentre è senza dubbio una donna ad aver sentenziato: “Si è mai vista una statua di Dickens con le palle di fuori?”. Il che è proprio vero. Ma il lato paradossale è che la scultrice Maggi Hambling non l’ha fatto per maschilismo, sessismo al contrario o cose così. Ha candidamente dichiarato che “Mary è tutte le donne e un vestito l’avrebbe limitata”. Che non è proprio vero, ma per un sacco di tempo è stato un argomento anche di molte femministe. E forse il problema non sono i monumenti in sé, è che è meglio l’arte astratta.

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