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Contro Mastro Ciliegia

“Dramma della gelosia” alla redazione di Rep.

Maurizio Crippa

Pare che dall’Ufficio centrale di Repubblica sia stato inviato ai cronisti un decalogo (doppio: colonna No e colonna Sì) su come scrivere e titolare a proposito di femminicidio

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Pare che a Rep. siano molto preoccupati per l’aggiornamento del linguaggio di genere. Pare che dall’Uff. Centr. di Rep. sia stato inviato ai cronisti un decalogo (doppio: colonna No e colonna Sì) su come scrivere e titolare a proposito di femminicidio. Da “non mettere nel titolo parole che evocano la fatalità” (No) a “la malattia non è un movente né un alibi” (Sì). Perentorio è dire poco, Mosé non avrebbe fatto di meglio. Tra i comandamenti del No, “non empatizzare con l’omicida, ma con la vittima” (c’è qualcosa di neo-vittoriano, in tutto questo?). In questa ripulitura, è curioso che gli unici a vivere un vietatissimo “dramma della gelosia” siano quelli del cdr di Rep. Che hanno risposto piccati: “Riceviamo un ‘decalogo’ su come si esercita la professione di ognuno di noi. Ferma restando, ovviamente, l’importanza dell’argomento… non crediamo che i professionisti di un quotidiano che da oltre quarant’anni fa la storia del giornalismo italiano abbiano bisogno di decaloghi di sorta”. E in cauda venenum: “A meno che non sia nelle intenzioni del giornale creare la figura di un vicedirettore addetto alla semantica”. Che in effetti, pretendere di insegnare ai giornalisti di Repubblica, che lo hanno inventato, come si fa il giornalismo politicamente corretto, è follia. Solidarietà al dramma della gelosia.

 

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