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Contro Mastro Ciliegia

Ma ora che il guaio è fatto, portate via Sgarbi

Maurizio Crippa

Uno come lui che si vanta di elargire cultura ai giovani dovrebbe evitare di diffondere idiozie

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"Ma ora che il guaio è fatto, portate via il morto”, cantava Monica Vitti in una mitologica interpretazione della canzone I crauti. E ora che il guaio è fatto, ognuno potrebbe approfittarne per scegliere il parlamentare che taglierebbe, seduta stante e sic et simpliciter. Non ho fatto un sondaggio accurato, ma ognuno ne ha uno o anche di più. Chi sceglierebbe l’eroina del “questo lo dice lei”, chi gli avvisatori di scie chimiche o i cannoneggiatori di barconi, chi il vice degli Esteri che saluta i “53 capi di stato” dell’Asean. Io sceglierei Vittorio Sgarbi. Sgarbi è notoriamente multipolare: quando parla d’arte è bravo quasi quanto Philippe Daverio, quando ammaestra le “capre!” pure, quando invece fa il negazionista populista sembra Trump, e non è un complimento. Intervenendo alla Camera nel dibattito sull’obbligatorietà dei vaccini, ha detto: “Ogni giorno per almeno quindici ore i programmi televisivi di attualità ci dicono lo stato dei malati, dei convalescenti, dei morti, in numeri sempre più esigui. Ma noi siamo in un incubo costante di informazione obbligatoria, determinata a convincerci che siamo tutti malati… Si è sostituito Dio con il vaccino, all’improvviso Dio si è dissolto. Il dott. Burioni ci dice che Dio vuole che noi stiamo in casa e ci proteggiamo”. I crauti era in realtà una canzone antifa anni ’70 di Mario Pogliotti, che ce l’aveva con Pino Rauti. Ma qui non è questione di politica. E’ che uno che si picca di maneggiare cultura, e pure di elargirla ai giovani, dovrebbe evitare di diffondere, da cotanto scranno, queste idiozie. Capra.

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