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Detestarsi come i santi Pietro e Paolo: lezione politica

Maurizio Crippa

Papa Francesco ha spiegato come si può essere uniti anche detestandosi parecchio. Lezione per la politica

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La festa dei santi Pietro e Paolo è sempre occasione per gran belle omelie dei Papi. Si fa gioiosamente, a volte amaramente, il punto sulla chiesa. Ma facendolo ieri Francesco, senza parere, ha parlato anche di altro, di come si può essere uniti anche detestandosi parecchio: “Pietro era un pescatore che passava le giornate tra i remi e le reti, Paolo un colto fariseo che insegnava nelle sinagoghe. Quando andarono in missione, Pietro si rivolse ai giudei, Paolo ai pagani. E quando le loro strade si incrociarono, discussero in modo animato, come Paolo non si vergogna di raccontare… Erano insomma due persone tra le più differenti, ma si sentivano fratelli, come in una famiglia unita, dove spesso si discute ma sempre ci si ama”. Ecco, è chiaro che la loro familiarità “non veniva da inclinazioni naturali, ma dal Signore”. Mettetela in politica, a ogni latitudine: “Egli non ci ha comandato di piacerci, ma di amarci”. Mica male, no?

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