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Urca, arriva il partito di Pappalardo (pardon, Paragone)

Maurizio Crippa

L'ex 5 stelle ha detto che fonderà un nuovo soggetto per portare "l'Italia fuori dall'euro". Potrebbe chiamare a raccolta il generale: in quanto a stile di giacche, vanno già d'accordo

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L’ultima volta che avevamo sghignazzato così tanto per la nascita di un partito (oddio, per ora siamo solo alla mamma dei cr***ni sempre incinta) era stata per quello, direttamente dalla testa di Giove, di Carlo Calenda. O forse per una delle reincarnazioni democristiane di Gianfranco Rotondi, ma chi se lo ricorda più. Però ieri, non proprio a ciel sereno – l’uomo è lì che rosica da molto tempo, da quando i Cinque stelle hanno tradito la loro anima pop stracciacula – è arrivato Gianluigi Paragone, forse uno dei politici più inverosimili dell’ultima infornata. Con lo sprezzo del pericolo dei momenti clou ha rotto le acque, pardon, “gli indugi” come battono le agenzie, e ha annunciato che fonderà il proprio partito. Programma: “Portare l’Italia fuori dall’euro”. E ha confidato ai suoi devoti follower: “Una forza anti sistema che ormai il Movimento cinque stelle non rappresenta più”. Niente inciuci con la Lega, giura, “non si può essere sovranisti ed appoggiare Draghi”. E poi lui, vecchia talpa marxista, è contro “le liberalizzazioni e le privatizzazioni”. Non ci sarà nemmeno Dibba, ovvio, “troppo innamorato del M5s”. Ma se tanto ci dà tanto, a condividere la “tesi politica forte”, che “non gioca sul binomio destra versus sinistra”, arriverà il generale Pappalardo. Quanto a stile delle giacche, vanno già d’accordo.

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