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Alla cinquina dello Strega sono diventati sei. E Leosini?

Maurizio Crippa

Mazzucco ha detto: “Per la prima volta ci troviamo ad ammettere una sestina, non essendo compreso nella cinquina almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo”

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Ora che persino Bush voterà per Biden, certezze non ce ne sono più. Si rimaneva perciò disperatamente aggrappati alla certezza che nella cinquina del Premio Strega erano in cinque. Fottuta anche quella: quest’anno, sarà il Covid, sarà che manco potremo imbucarci al Ninfeo, sarà per compensare il taglio dei parlamentari, ma la cinquina è diventata una sestina. Sei. Melania Mazzucco ha detto: “Per la prima volta ci troviamo ad ammettere una sestina, non essendo compreso nella cinquina almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo”. L’editore ripescato coi resti, tipo al proporzionale, è Fandango, l’autore Jonathan Bazzi, Febbre. Che parla di una malattia infettiva. Dicono che è solo stavolta, ma già si sa come andrà finire. Dopo il piccolo editore sarà la volta del piccolo scrittore, dopo il malato verrà il disabile generico, poi quello che lo scherzavano a scuola. Potrebbero d’ufficio inserire tutti gli anni anche la Leosini. Così, in quota Strega.

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