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Sei gradi di congiunzione. Il paese degli abbaialuna

Maurizio Crippa

La noiosa faccenda dei congiunti e l'uscita del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, secondo cui “anche un’amicizia è un affetto stabile, a volte è migliore di un familiare”

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Non ho seguito con particolare attenzione la faccenda dei congiunti, mi sono annoiato da solo nel momento stesso in cui ascoltando Giuseppi (che a sprezzo del pericolo dirò essere meno noioso dei due miliardi di tuìt e meme che sono seguiti) ho mentalmente annotato che “congiunti” vuol dire parenti. Punto. Ma siccome gli italiani sono un popolo di rompicoglioni che ha sempre da lamentarsi, è il loro modo di annoiarsi, perché più che congiunti sono di ristretti orizzonti, si è scatenata la riffa e/o la polemica per sapere quanti gradi di parentela sono permessi dalla Fase 2. O se gli amanti valgono come i mariti, le fidanzate come le zie. Basterebbe la regola aurea in base a cui, in sei gradi di separazione, tutti conoscono tutti. Ha risvegliato però la mia attenzione una frase particolarmente lunare del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, secondo cui “anche un’amicizia è un affetto stabile, a volte è migliore di un familiare”. Quindi, in base alla sua segreta cosmologia, si potrà andare a trovare “un amico vero, se non è una scusa”. In pratica vuol dire due cose: che tutti sono liberi di andare dove vogliono, quindi state prudenti con la mascherina e piantatela di scassare con il furto della democrazia, manco fossimo nelle grinfie di Orbán. La seconda, che il Dpcm non serve a un cazzo. In ogni caso, godetevela, ma non schiamazzate. Io preferisco stare in casa perché, come diceva il Maestrone, “i miei amici veri, purtroppo o per fortuna / non sono vagabondi o abbaialuna”.

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