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Craxi col senno di poi. La toponomastica non salverà il Pd

Maurizio Crippa

Ha ragione Sala: non soltanto intitolare una strada, ma persino parlare di Bettino è ancora una cosa impossibile

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Col senno di poi, che deve essere lo stesso che ha indotto il sindaco Beppe Sala (sopraggiunti differenti impegni a noi ignoti a parte) a disertare l’altra sera la seduta del Consiglio comunale che avrebbe dovuto “discutere” la possibile intitolazione a Bettino Craxi di una via o di una piazza a vent’anni dalla morte. Col senno di poi, ci si può associare al sindaco quando si rende conto che non soltanto intitolare una strada, ma persino parlare di Craxi a Milano (nel resto d’Italia è uguale) è ancora una cosa impossibile: quindi meglio sorvolare che finire a rinfacciarsi i morti in aula. Sala ha ragione, soprattutto, quando scrive su Facebook che “nella mia comprovata lealtà verso il Pd mi permetto di dire che questa volta la gestione è stata veramente discutibile”.

  

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Perché è il Pd lacerato al suo interno che si è opposto, con un astio superiore al necessario, all’idea della strada-riparazione. Purtroppo questa è, oggi, la sinistra italiana anche in una città come Milano. A volte ha l’aria assurda e paradossale, ma non per questo meno colpevole, di non avere ancora capito che se Milano è Milano, e la sinistra governa Milano, è perché qui, persino nella sinistra, non ha vinto il partito dei giustizialisti e dell’antipolitica. Ma per riuscire ad ammetterlo bisogna prima capirlo. Ma col senno di poi, è anche vero che non è la toponomastica, una via di periferia in più o in meno, a ridare senso alla storia o a fare giustizia. E’ una pretesa malsana, come quelli che pensano che basta abbattere la statua di Cristoforo Colombo per non aver scoperto l’America.

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