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Dall’uno vale uno all’uno vale come se fosse d’oro di Renzi

Maurizio Crippa

Stando al pallottoliere indicato alla Leopolda Italia Viva avrebbe un deputato ogni duecento elettori. Sul collegio nazionale!

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Nel frattempo che provo a capirci qualcosa di questa faccenda della scomposizione, o della ricomposizione, e della instabilità del governo che però rende stabile i nuovo nemici amici, ma non si sa in quale accoppiamento giudizioso, ho provato a prendere il pallottoliere. Perché i sondaggi va bene, ma le tabelline sono meglio. Vengo al punto. Dopo la Leopolda, ed entro la fine dell’anno, Matteo Renzi ha già messo a contabilità per Italia viva il seguente business plan: “Cinquanta parlamentari entro la fine dell’anno. Trenta consiglieri regionali entro la fine dell’anno. Cento sindaci da qui alla fine dell’anno. E diecimila iscritti entro la fine dell’anno, solo che in questo caso abbiamo raggiunto l’obiettivo in due giorni, meglio così”. Non è che stava a bersi un mojito in un suo personale Papeete all’Arno, lo ha scritto nella eNews (vi mancava, eh, la eNews?). La motivazione di tanta entusiastica aritmetica l’aveva data alla Leopolda: “Questa legislatura andrà al 2023 perché faremo ciò che ha fatto Macron assorbendo voti a sinistra e a destra”, un bel programma anche questo, e auguri sinceri. Però, tornando al pallottoliere, risulta che 50 deputati per diecimila iscritti (cioè al momento gli unici elettori contabilizzati), e al netto dei cento sindaci, fa che ogni deputato rappresenta duecento elettori. Sul collegio nazionale. Cioè significa che al momento, in questa magnifica operazione di traslochi interni al palazzo, che forse Bellanova direbbe essere una questione di puro merito, siamo passati dall’uno vale uno di Grillo all’uno vale come se ce l’avesse d’oro (il voto) di Renzi.

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