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Leclerc corre a Italia viva

Maurizio Crippa

Il pilota della Ferrari è così svelto (anche a cambiare partner) che se va a correre alla Leopolda soffia via il partito a Renzi

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Era un sacco di tempo che noi italiani si cercava un vero leader, fosse pure un Papa straniero. Giovane, ma non bamboccione. Arrogante, ma non come quello. E l’abbiamo trovato. O meglio, non abbiamo fatto in tempo a trovarlo che ci ha superati, a sinistra e anche a destra, nelle nostre più rosee attese. Jacques Leclerc: ventuno anni, monegasco (più oriundo che straniero), campione predestinato della Ferrari. Pronti via, non è neanche un mese che ha vinto il primo Gp della sua vita; passano due settimane ed è il primo ferrarista a trionfare a Monza dai tempi che c’era ancora Berlusconi al governo. Non si fa in tempo a dire “golden boy” che, ciliegina sulla torta, arriva la prima intervista della fidanzata. E mica un’ombrellina da griglia di partenza o una buzzicona: bella, seria, napoletana, studiosa, di buona famiglia e persino riservata. Bandiera a scacchi: è la first lady per il prossimo decennio. Invece neanche due settimane dall’apparizione e Leclerc, più veloce della luce, la molla. Sconcerto e scontento. Lei, tanto brava, si limita a un sobrio annuncio su Instagram, “Charles mi ha lasciata. Vuole dedicarsi solo alla Ferrari”. Ma si capisce che c’è rimasta peggio di Franceschini col Pd. E sarebbe finita qui, non fosse che se cercavamo un leader sveglio e furbo come una volpe, l’abbiamo trovato davvero. Non è passato un giorno e vien fuori la notizia che ha già un’altra fidanzata: francofona questa, e bella ça va sans dire. Senza manco fermarsi al pit stop. Così svelto che se per sbaglio va a correre alla Leopolda gli soffia Italia viva prima che Renzi abbia finito di baciarla.

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