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Wrestling artistico

Maurizio Crippa

Il sovranismo culturale continua a dare soddisfazioni. Dal British Museum a Palazzo Abatellis di Palermo, i musei si tengono strette le opere d'arte 

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Il sovranismo artistico, ultima frontiera delle scazzottate tra nazioni e staterelli per motivi simbolici che spesso non superano quelli delle tifoserie calcistiche, continua a dare soddisfazioni: è divertente come un incontro di wrestling, e ha lo stesso retrogusto farlocco. Due esempi di questi giorni. Il direttore del British Museum, si chiama Hartwig Fischer, rilascia un’intervista a un quotidiano greco e non è che si limita a escludere, con gli strumenti della diplomazia culturale, la restituzione dei marmi del Partenone che secondo la Grecia furono semplicemente “rubati” nell’800. No, gli ha sparato sul grugno che portarsi via le opere d’arte dal Partenone fu “un atto creativo”. Zotici che non siete altro. Secondo. L’Annunciata di Antonello da Messina doveva andare a Milano per una mostra, ma non si muoverà da Palazzo Abatellis, prestito vietato. L’assessore ai Beni culturali e la direttrice di Palazzo Abatellis avevano dato il benestare. Chi ha deciso per il no, allora? Il presidente della Regione Nello Musumeci, non proprio un tecnico, sulla scorta di un decreto di inamovibilità vergato da un precedente assessore: un altro tecnico, evidentemente. Di notevole, c’è il capolavoro di Antonello, solo qualche anno fa, era andato fino al Mart di Rovereto, per una magnifica mostra. Mettiamola così: almeno al British conservano un po’ del loro meraviglioso razzismo culturale. Da noi, il wrestling si fa a carte bollate. So boring. 

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