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Sad day con parapetto

Maurizio Crippa

Il ministro Bonafede e quel commento sulla vicenda di un praticante avvocato precipitato dalla tromba delle scale del tribunale di Milano

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Per farla breve: ieri è cominciata con l’eclissi della superluna rossa, che ancora non s’è capito se porta bene o sfiga. Poi era il Blue Monday, che è una fake news, lo so, ma appunto, di questi tempi è già tanto che non ci abbiano fatto un Consiglio dei ministri. Poi è morto l’uomo più vecchio del mondo, era giapponese, 113 anni (ma anche lì vatti a fidare, l’ultima donna più vecchia del mondo che è morta si è scoperto che era una balla, si era tirata su gli anni per raggiungere quota 100). Insomma uno di quei “sad day, bad day” che pensi: stasera un biscottino di consolazione non me lo toglie nessuno. Invece è morto anche Armin Loacker, il re dei wafer, e ti sentiresti un cannibale, un avatar di Salvini, al solo pensiero di mordicchiare qualcosa di dolce. E poi niente, leggi questa notizia, ovviamente è l’unica seria e senza scherzi dell’elenco: un praticante avvocato di 31 anni è precipitato dalla tromba delle scale del tribunale di Milano, è grave, perché i parapetti sono troppo bassi (75 cm), ma il palazzo è di Piacentini e sono vincolati. Ma il peggio viene dopo. E’ arrivato Bonafede, il ministro, a dire che l’episodio è “inaccettabile” e che “non può accadere in un tribunale e in uno stato come il nostro che una persona si faccia male perché si appoggia a un parapetto”. Che ti viene da dirgli: ma benedetto ragazzo, lo sai quante persone innocenti si sono fatte male, nei tribunali, e non per colpa dei parapetti ma di come ci si lavora dentro? Solo che a quelli, al massimo, gli dite “e che, dovevano offrirgli un cappuccino?”.

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