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Cosa vuol dire situazione sudamericana. Un esempio

Maurizio Crippa

Dalla sfida Boca Juniors-River Plate alla battaglia tra la commissione Ue e il governo gialloverde il passo è breve

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Tanto per chiarirsi ulteriormente le idee su cosa significhi l’espressione “corriamo il rischio di finire in una situazione sudamericana”, nel giorno in cui Mr. Ping ribadisce che “quota 100 e reddito di cittadinanza non slittano”, si può ricorrere a questo esempio. Ci sono due squadre rivali, sostenute da due tifoserie scalmanate, con colori diversi che fanno a pugni anche cromaticamente, che giocano allo stesso gioco (cioè a perdere) ma con schemi opposti. Sono arrivate inopinatamente a giocarsi una competizione internazionale, ma invece di rispettare le regole si mettono a darsele di santa ragione, sperando che non ci sia nessun arbitro internazionale in circolazione. Invece gli arbitri ci sono. No, non parliamo di Salvini e Di Maio, ma della strabiliante battaglia di domenica scorsa a Buenos Aires, quando il Boca Juniors e il River Plate dovevano giocarsi la Coppa Libertadores. Sotto gli occhi di un intero continente continente. Invece le tifoserie hanno fatto un casino che manco i gilet gialli sugli Champs-Élysées. Bene, alla fine sono intervenuti gli arbitri internazionali, insomma i Moscovici del fútbol, e hanno detto: la finale andate a giocarla a Miami o a Doha, perché nel vostro paese non siete manco capaci di organizzarla. Una figuraccia. Ora, le nostre due squadre dai colori inguardabili fanno la stessa cosa – tipo io non mollo la quota 100, e io non mollo il reddito di cittadinanza. Sperando che dal continente non si accorga nessuno. Invece se n’è già accorto persino Tsipras: ragazzi, fate i bravi, che vi cacciano dalla zona Uefa e la finale poi la fanno a Bruxelles.

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