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Genital selfie e politica

Maurizio Crippa

Un sacco di politici anche quando fanno dei selfie normali, e persino quando si limitano a tuittare, producono un effetto iconico da dick pic

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La Southwestern University del Texas ha prodotto un accurato studio su un argomento dalle molte implicazioni. Il settore è il “sesso scorretto”, ma torna assai utile anche per altro, in questi tempi in cui la politica torna a essere un territorio volgarmente machista. Lo studio indaga il dilagante fenomeno dell’inviare immagini di contenuto esplicito a persone solitamente non interessate all’oggetto. Cose come il dick pic, in italiano “cazzografia”, secondo il Guardian un “singolare fenomeno del capitalismo patriarcale all’ultimo stadio”. Cosa ha scoperto, la Southwestern? L’acqua calda. Cioè che sono soprattutto gli uomini a inviare foto dei propri genitali. E’ persino facile commentare che ci sono un sacco di politici che anche quando fanno dei selfie normali, e persino quando si limitano a tuittare, producono un effetto iconico da “genital selfie”. Volenti o nolenti, si mette in mostra la testa di c… che si è. Ma, per spezzare una lancia per il bistrattato genere maschile, si può notare che anche le donne, almeno quando fanno politica, riescono a trasmettere di sé un’iconografia imbarazzante. Ad esempio Kirstjen Nielsen, la segretaria del dipartimento della Sicurezza interna di Trump che nei giorni scorsi aveva detto che i centri per tenere i bambini latinos sono bellissimi, “ci sono anche le televisioni”, ha pensato di andare a cena in un ristorante messicano. L’hanno ovviamente presa a male parole, “shame” è quella meno somigliante a un dick pic che le hanno tirato dietro. Ma signora mia, non poteva scegliere un locale coreano? O pure lei ha proprio la testa come un…?

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