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Elon Musk e il futuro del cazzaro. La Tesla come il Pd

Maurizio Crippa

Il geniaccio di Tesla come Renzi: invece di spiegare i risultati, se l’è presa con i giornalisti

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Poi magari la strada giusta per andare a comandare è proprio quella. L’importante è essere cazzari, saper sbroccare al momento giusto, prendere a male parole gli avversari. Certe volte si porta a casa il risultato. Tipo vai da Fazio senza avvisare, e Martina te lo sei già fottuto. Poi passi in direzione a incassare i dividendi. E’ la strategia che ha scelto anche Elon Musk, geniaccio specializzato nella rottamazione del passato e a lungo considerato il re delle idee per il futuro: da PayPal alle astronavi da usare come i comuni mortali usano la Linea 8 dell’Atac, ma più veloci, fino a Tesla, l’auto elettrica più fica dell’universo. Solo che poi i dividendi non è che ci sono sempre, Tesla ha chiuso il quinto trimestre consecutivo in rosso per 709,6 milioni di dollari, ti tocca fare una conference call per spiegare un futuro un po’ meno fantastellare del solito. E te li trovi lì, tutti, come dei Franceschini qualsiasi. E’ allora che l’anima del cazzaro deve dimostrare di avere una marcia in più. E l’unica strada è quella. Invece di spiegare i risultati, se l’è presa con i giornalisti: “Scusami. Il prossimo, andiamo avanti. Le domande noiose e ossessionate non sono belle. Il prossimo?”. O anche: “Non sono qui per convincere a comprare o vendere i nostri titoli. Se siete preoccupati dalla volatilità, allora non comprate Tesla”. E magari andrà tutto bene, e viaggeremo tutti con la Tesla. Ma, in data 3 maggio 2018, è un po’ come dire che voteranno tutti Pd. L’unico problema dei cazzari è il futuro.

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