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Il Cav. e i richiedenti scusa. Dopo il Monde, manca Fini

Maurizio Crippa

Dopo Bill Emmott ed Eugenio Scalfari continua l'elenco di chi “riabilita” Berlusconi

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C’era quella vecchia pubblicità, “ti piace vincere facile, eh?”. Siamo sportivi, abbiamo sempre trovato più elegante “bisogna saper perdere”. Ma quando ti va l’acqua per l’orto, quando i fatti ti danno ragione, quando gli altri si fanno l’autogol a porta vuota, che volete farci? Ci saremmo accontentati di Bill Emmott, il noto fu copertinista dell’Economist, che con qualche anno di ritardo si è accorto che Silvio Berlusconi “is fit” per salvare l’Italia dalla marmaglia populista. Avevamo già goduto come ricci quando Scalfari se ne uscì con quella rispostina, tra Grillo e il Cav. oggi voterei il Cav. A costo di mandare in paranoia il caro CDB e la redazione tutta di Rep. Ma adesso, il Monde. Sì, lo spocchiosissimo, nell’edizione di ieri se n’è uscito con questa (encomiabile) “précision” su quel che aveva scritto in due articoli del 2015 e 2017, titoli: “Quando Berlusconi viene a patti con la Piovra” e “Quando Berlusconi trattava con Cosa nostra”. Bene, non era così: “Dopo approfondite indagini, finalizzate soprattutto ad analizzare le dichiarazioni dei pentiti e i flussi finanziari di Fininvest, questi procedimenti hanno portato a provvedimenti di non luogo a procedere o di assoluzione”. E riconosce: “Non c’è alcuna prova che Fininvest e Berlusconi abbiano potuto beneficiare di somme di origine mafiosa”. Non un brutto 2018 per il Cav., no? A proposito: chi manca ancora, nella lista dei richiedenti scusa? Ah, sì: Gianfranco Fini. Ma lì altro che vincere facile. Sarebbe come rubare il gelato a un bambino.

 

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