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Se tre mezze fake news fanno un azzardo

Maurizio Crippa

Ludopatia e notizie false, la confusione tra percezione e realtà

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Tre notizie da prendere con le molle, che però aiutano a capire la confusione tra percezione e realtà. Secondo un sondaggio Demos-Coop, ci apriva ieri Repubblica, un italiano su due quest’anno si è bevuto una fake news. Distratti, direte. E per di più, secondo la rilevazione, quelli che più ci cascano sono i “giovani colti” (sarà la Buona scuola) e politicamente, per loro ammissione, i seguaci Cinque stelle (questo va da sé) e i forzisti (chissà com’è). La seconda notizia riguarda i dati comunicati dal Gruppo Gedi sulla spesa degli italiani nel 2016 per il gioco d’azzardo – dal Gratta e vinci alle scommesse alle slot: 95 miliardi, quasi una legge di Bilancio. Allarme, orrore, follia. Solo che poi, guardando bene, si scopre che il 71,6 per cento delle vincite è tornato nelle tasche dei giocatori. O, secondo uno studio del Senato, la spesa reale degli italiani per il gioco è stata di 19 miliardi perché dalla spesa vanno detratte le vincite, che sono state di circa 77 miliardi. Ed è ovvio che spesso e purtroppo a rimetterci le penne con la ludopatia sono persone poco abbienti (i patrimoni persi al casinò ci sono più che altro nei vecchi romanzi), ma l’allarme percepito per la cifra mostruosa “bruciata” nelle sale giochi è un tantino esagerato. Poi però avviene che la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento (a firma Pd) che allontana a “dopo il 31 dicembre 2018” il termine entro cui non potranno essere più rilasciati i nulla osta per le slot machine da bar, che era stato introdotto nel 2016. E questa non è una fake news, è proprio un azzardo della solita politica.

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