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Ottimismo, ragazzi: anche l’Europa fa sangue

Maurizio Crippa

La ministra degli Esteri svedese Margot Wallström e la sua collega alle Pari opportunità Asa Regnér raccontano di molestie subite a Bruxelles. Se cercavate uno spot per rendere più stuzzicante l’immagine dell’Ue, eccovi serviti

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“There’s no place like home”, cantava Judy Garland nel Mago di Oz. Ma there’s no sexy place come l’Europa, toccherebbe aggiungere. Che volete secedere a fare, ragazzi, e per andare dove? Sarà che ormai è una moda, ma il caso Weinstein offre anche la possibilità di cambiare idea su tanti grigi luoghi comuni che dipingono Bruxelles come il più e asettico degli inferni burocratici. Ad esempio la ministra degli Esteri svedese Margot Wallström ha raccontato, con quei tre anni di ritardo che pare siano canonici, come il quarto d’ora accademico, che nel corso di un vertice europeo subì “palpeggiamenti da parte di colleghi di alto rango”. Durante una cena di lavoro, per giunta. “Improvvisamente mi sono accorta che quella persona stava palpeggiando le mie cosce e le mie gambe, era violenza sessuale al massimo livello politico”. Anche la sua collega alle Pari opportunità Asa Regnér ha raccontato che un funzionario d’alto rango ci provò, con la scusa di un drink di lavoro. Se fossero veramente molestie “al massimo livello politico”, o più bassamente sotto il livello del tavolo, non sapremmo dire. Ma se cercavate uno spot per rendere più stuzzicante l’immagine dell’Unione europea, eccovi serviti.

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