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L’Italia percepita dai lettori dei siti dei giornaloni

Maurizio Crippa

Noi si sta spesso qui a domandarci perché il paese percepito dagli italiani non assomigli al paese che invece è, ma per fare degli italiani decenti servirebbero anche i giornali

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Noi si sta spesso qui a domandarci perché l’Italia percepita dagli italiani non assomigli all’Italia che invece è, che va e che cambia, e che piacicchia persino alla Merkel. Non c’è auto-consapevolezza. Si sta qui a chiedercelo, e non si ha il coraggio di ammettere che per fare degli italiani decenti servirebbero anche i giornali. O almeno quel simulacro onnivoro dei giornali che sono i loro siti online, l’unica cosa che quasi si legge. Però basta dare una sbirciata ai siti dei giornaloni, che un tempo avevano la pretesa di rappresentare la borghesia e le classi dirigenti, per farsi un’idea. Random, e senza citare le testate: “La cameriera di colore indossa il costume ampezzano: ristorante stroncato su Tripadvisor. “Mio quel giudizio, a Cortina mi aspetto Heidi”. “Gnu rischia di finire in pasto al coccodrillo, ma arrivano gli ippopotami”. “Salma lasciata per ore vicino ai bagni: polemica a Napoli, l’ospedale smentisce”. “Stupro di Rimini, alla frase choc del mediatore culturale risponde l’agenzia di pompe funebri”. “Il maestro che al posto dei voti mette i colori sulla pagella”. “Il ‘separatore di pomodori’ in azione: la clip fa impazzire i social”. Si potrebbe andare avanti così, con l’autorevolezza di “Strano ma vero”. Poi vi chiedete perché gli italiani abbiano una certa idea del proprio paese. Si potrebbe andare avanti, sì. Ma ora vado a bermi un prosecco, alla faccia del Guardian che dice che rovina il sorriso.

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