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Viva la libertà di un catalano nudo in cima al Bianco

Maurizio Crippa

Kílian Jornet i Burgada è uno sci-alpinista e runner d’alta quota specializzato nell’ultratrail, insomma quelle corse in montagna e sui bricchi che dell’alpinismo d’antàn non hanno più nulla

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Sarà che sono a Roma ed è tornato un caldo da emergenza idrica, seppure la fontana di piazza Barberini zampilla che è una meraviglia alla faccia delle raggianti emergenze idriche. Però, a vederlo così, nelle foto (forse selfie), nudo allegro e statuario sulla neve bianca contro il cielo azzurro sulla cima del Monte Bianco, l’ho trovato simpatico. E, per quel che vale, sto dalla sua parte. Ha ragione a prescindere. Lui si chiama Kílian Jornet i Burgada (è catalano, cioè). E’ uno sci-alpinista e runner d’alta quota specializzato nell’ultratrail, insomma quelle corse in montagna e sui bricchi che dell’alpinismo d’antàn non hanno più nulla, ma fanno tanto divertire. Comunque: è salito sul Monte Bianco di corsa, dal versante italiano, s’è spogliato al sole e ha tuittato in francese: “Insomma, se uno si arrampica (così abbigliato, ndr) dal versante italiano, è legale?”. Ce l’aveva con un’ordinanza di buonsenso ma decisamente ridicola e odiosa, nel nostro occidente dei diritti e delle libertà, emessa del sindaco di Saint-Gervais, versante francese, che ha imposto norme obbligatorie per l’attrezzatura e l’abbigliamento necessari a chi vuole salire in cima al Monte Bianco. Sennò, arrivano i gendarmi a dare la multa. Come se l’alpinismo potesse essere imbragato dalle leggi di un sindaco. Mi sta simpatico, Kílian, anche pensando che è appunto catalano. E mentre dalle parti di casa sua i suoi coetanei finiscono falciati rasoterra da gente che vorrebbe abolirla, la libertà, lui si preoccupa di difenderla, nuda e bella, sul tetto d’Europa.

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