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Lo sguardo da vigile di Rosy Bindi e altri sguardi vigili

Maurizio Crippa

L’inossidabile presidenta della commissione Antimafia Rosy Bindi è andata a verificare le condizioni di Riina

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"Mi sono recata ieri, senza avvertire le strutture interessate e ho chiesto ai vicepresidenti della Commissione Fava e Gaetti di accompagnarmi in questo sopralluogo. Si è potuto constatare che il detenuto, con il quale si è preferito non interloquire, è sedia in rotelle in buon ordine con sguardo vigile: Riina si alimenta autonomamente, è sotto osservazione medica e costantemente assistito da equipe di infermieri”. Tomo tomo, cacchio cacchio, l’inossidabile presidenta della commissione Antimafia Rosy Bindi è andata a verificare. E visto come sta, se non in panciolle almeno in sedia a rotelle, ha riferito che, per quel che l’è sembrato, si potrebbe anche ipotizzare in futuro un rientro in carcere: dove comunque le condizioni sarebbero adeguate, identiche se non superiori a quelle di cui potrebbe godere in un regime di domiciliari. E “questo gli consente lo svolgimento di una vita dignitosa, e di una morte, quando essa avverrà, altrettanto dignitosa. A meno che non si voglia affermare un diritto a morire fuori dal carcere, che non è supportato da nessuna norma”. E che volete dire, alla metallica presidente dell’Antimafia, che, forse memore di quando fu ministro della Sanità, alla sua geniale intuizione dell’intramoenia dev’esserci proprio affezionata? Che le volete dire? Niente. Se non forse: che se andava a verificare, col suo sguardo da vigile, il vigile sguardo di Giuseppe Graviano, era meglio.

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