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“And the scissionist is”. La busta del Pd e altre comiche

Maurizio Crippa

Non si trova il regista da premiare. L'effetto è esilarante

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Il problema, da vent’anni a questa parte nella politica italiana, è il casting. Ad esempio trovare nel Pd – o, a voler allargare lo scouting, in tutta la storia del Pci-Pds-Ds-Pd passando per la Cosa Rossa – qualcuno col physique du rôle adatto a interpretare Warren Beatty, per quanto un po’ in là con gli anni e discretamente rincojonito. Uno che tagliasse la testa al toro e pronunciasse il magico “and the scissionist is” senza sbagliare busta. Non si trova. Verrebbe in mente Achille Occhetto, ma anche la parodia ha i suoi limiti, e ci vorrebbe Mel Brooks. Così non si trova il regista da premiare. Renzi ha aperto la busta con scritto “D’Alema”. Ma siccome s’intende più di House of cards che di cinema, l’ha confuso con il produttore (l’uomo del final cut). La scissione? “Un disegno già scritto, ideato e prodotto da Massimo D’Alema”. Pigi Bersani, che si intende di House of cards quanto s’intende di mucche in corridoio, ha aperto un’altra busta: “Adesso lui ricerca il regista, ma non sia così umile: il regista è lui, ha fatto tutto lui, la disgregazione di questo partito ha un regista, e questo regista si chiama Renzi”. L’effetto è esilarante, quasi si fosse alla notte degli Oscar. Ma più straniante. Soprattutto se alla fine arriva il Kubrick della scissione, insomma Max in persona, a dire: “Non c’è nulla di personale tra me e Renzi”. Non c’era nulla di personale manco tra Warren Beatty e Faye Dunaway. Basta decidere chi interpreta chi. E trovare finalmente il regista giusto per le magnifiche comiche finali.

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