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Il concorso Miss burkini bagnato sulla spiaggia di BB

Maurizio Crippa
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Le sabbie marine dello scontro di civiltà sono rischiose. Strologare sul corpo delle donne e sul suo grado di esposizione solare, non frequentando come Annalena il Lido degli Estensi, è azzardo che dovrei evitare. Ma se la notizia lanciata ieri dal Daily Mail sui poliziotti francesi che sulla spiaggia di Nizza avrebbero intimato a una signora musulmana di sfilarsi parte del suo costrittivo abbigliamento (“modesty garb”) in ottemperanza alle nuove direttive sulla laicità dei costumi non è destituita di fondamento, la memoria a qualcosa può servire. Fu dalle spiaggie di Saint-Tropez che cinquant’anni fa BB lanciò la moda del topless, mentre nel loro dorato esilio di Villefranche gli Stones si tuffavano nella sexy laïcité francese. Cinquant’anni fa il topless si impose al grido (legittimo) “del mio corpo in spiaggia faccio quel che voglio”, scagliato contro il bigottismo religioso e il “comune senso del pudore”. Che ora, contro il bigottismo religioso, si imponga di non poter più fare quel che si vuole del proprio corpo in spiaggia, è un suicidio culturale su cui riflettere. Nell’attesa, almeno per stemperare la tensione in spiaggia, perché non organizzare, a SaintTropez, un concorso “Miss burkini bagnato”? Sarebbe d’accordo anche Annalena.
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