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Due omicidi sono pochi, ma sui fondamentalisti cattolici il mullah Bergoglio ha ragione

Maurizio Crippa
Il signor Pasquale, sposato con figli, che a Lucca ha preso una tanica di benzina e ha dato fuoco alla collega di lavoro Vania, che poi è morta, forse non è un fondamentalista cattolico. Ma cattolico, quantomeno in senso stupidamente crociano, lo è.
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Il signor Pasquale, sposato con figli, che a Lucca ha preso una tanica di benzina e ha dato fuoco alla collega di lavoro Vania, che poi è morta, forse non è un fondamentalista cattolico. Ma cattolico, quantomeno in senso stupidamente crociano, lo è. E ha compiuto un gesto che di solito compiono i  fondamentalisti di una religione a caso. Il signor Nicola, che dalle parti di Caserta ha tirato dodici coltellate nella schiena alla sua compagna Rosaria, defunta anche lei, forse non è un fondamentalista cattolico. Ma senza nemmeno scomodare don Benedetto, giureremmo che è cresciuto cristiano. E ha compiuto un femminicidio, genere nel quale i fondamentalisti di una religione a caso non sono poi manco degli esclusivisti. Ora, da queste due brevi in cronaca non vorrei inferire, con la certezza del matematico, che quando Francesco ha evocato “quello che uccide la fidanzata, un altro la suocera”, affermando che “questi cattolici battezzati sono violenti cattolici e se parlo di violenza islamica devo parlare di violenza cattolica”, forse aveva ragione. Fatto sta che di certo non aveva torto. Però c’è un mio vecchio amico che non nomino, ma lui credo preferisca considerarmi un conoscente, che da un po’ di tempo Papa Jorge Mario Bergoglio lo chiama direttamente “il mullah Bergoglio”. E dunque, per inferire senza infierire, vorrei suggerirgli di fare adesso un passo avanti: non è che il mullah Francesco sbaglia quando parla di violenza cattolica, è che proprio la evoca, e chiama i suoi alla guerra santa. Chiamalo il Califfo Bergoglio.
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